mercoledì 22 luglio 2009

Mojito!





Perchè è così raro trovare un locale nel quale si beve un buon mojito?
In fondo non è mica difficile!
Insomma, si prende un lime, possibilmente bello succoso, si taglia a metà, e una di queste metà la si taglia ancora in quattro parti.
(se proprio non si trova il lime, può andare un limone, ma il lime è decisamente meglio)
Si ripone la metà lasciata intera nel frigorifero, che altrimenti poi l'indomani è secco.
Si mettono i 4 spicchi in un bel bicchierone, detto tumbler alto, insieme a 3 bei cucchiaini colmi di zucchero di canna. Ho detto zucchero di canna, lascia stare quello bianco raffinato.
Poi si lavano 5 o 6 belle foglie di menta bella fresca e si aggiungono anche queste nel bicchiere.
A questo punto, lentamente, si schiaccia bene il tutto con un pestino, si lavora finchè non si fa uscire tutto il succo dei lime che fa una pappetta con lo zucchero e la menta.
Poi si passa al ghiaccio.
Il ghiaccio deve essere spaccato, nè tritato finemente nè intero a cubetti.
Quindi, se non si possiede uno spaccaghiaccio, si mettono 4 o 5 cubetti per volta in uno straccio, si fanno su, e si sbattono violentemente contro un piano di marmo, facendo finta che sia la testa di Berlusconi.
Si spacca ghiaccio finchè il bicchiere non è colmo.
Colmo ho detto, non facciamo i tirchi pensando che "così viene meno annacquato"!
A questo punto si versa il Rhum bianco, necessariamente bianco. Non giallo, bianco.
Quattro centilitri, si versa decisi e si conta fino a 4, poi basta, se è troppo forte non è buono.
Poi, indispensabile, la soda. Se proprio non si ha la soda, acqua gassata, più gassata che c'è.
Adesso si mescola bene, e ancora, e ancora, fino a far sciogliere tutto il pestone sul fondo.
Una bella cannuccia e .... buon drink.
Non è difficile, suvvia....!

6 commenti:

  1. ...no... il panda non è fra gli ingredienti....

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  2. Infatti il panda non sta tra gli ingredienti. Il panda è quello che sceglie il lime e riesce a beccare quello molto succoso guardandolo attraverso la buccia con quegli occhi pesti che evidentemente sono come quelli di Superman. Il panda è quello economo, che ripone la metà del lime avanzato in frigo, perché altrimenti da bello succoso si trasforma repentinamente in bello secco. Il panda è quello che fa sfoggio dei nomi dei bicchieri, anche se un bicchiere è un bicchiere e scommetto che neanche il sig. Vetrodimurano sa i nomi di ogni tipo di bicchiere. Il panda è quello che ti cazzia se, momentaneamente sprovvista di zucchero di canna (che, tra l'altro, se non consumato in tempo zero, diventa un blocco unico di un metro per un metro assolutamente indivisibile), osi usare lo zucchero bianco: sacrilegio! Il panda è quello che ti trita se usi ghiaccio tritato, ti infila in freezer e ti fa assumere la forma di un cubotto se usi il ghiaccio a cubetti. Il panda è quello che ti fa sentire un poveraccio se non possiedi uno spaccaghiaccio e ti consiglia dei metodi da Unni per ottenere lo stesso risultato. Il panda pensa che lesinare sul ghiaccio significhi essere tirchi...o gent! Il panda crede che siamo tutti daltonici, perché ci ripete due volte il colore del rhum. Abbiamo capito!!! Il panda ha un sistema alquanto originale per il calcolo delle unità di misura: 4 centilitri, verso decisa e conto fino a quattro...mah! Non voglio sapere come faccia a calcolare il tempo, ma forse un'idea dovrei averla, visti i cronici ritardi.
    Il panda vorrebbe che, se la tua acqua non è abbastanza gassata, tu la frullassi un po', forse.
    Caro panda, se non fossi già troppo stanca per via di tutti quei "bello" e "bella", il mescolare ancora e ancora e ancora fino al giorno che verrà mi avrebbe definitivamente sfinita.
    Per fortuna sono quasi astemia.

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  3. Allora, se sei quasi astemia, non puoi capire le mie premure nel ribadire i concetti... I locali usano spesso il ghiaccio sbagliato, il ruhm sbagliato..... probabilmente sei astemia a causa delle schifezze che ti è toccata trangugiare da questi improvvisati somministratori di bevande.
    Cara le mia desperate housewife!

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  4. Tutto può essere. Resta il fatto che se tu dovessi scrivere la ricetta per la pasta al pomodoro come minimo ci vorrebbero tre volumi della Treccani!
    Andate in un bel supermercato. Scegliete un bel carrello e infilateci un euro. Attenzione, non due euro o 50 centesimi, proprio un euro. Se il carrello dovesse opporre resistenza,tiratelo come tirereste Berlusconi fuori da Palazzo Chigi. Percorrete in linea retta il reparto pasta secca per circa 3 metri: contate fino a ventuno e poi basta, se contate di più finite nel reparto riso e farine.
    Scegliete una bella confezione di pasta corta da mezzo chilo, non un grammo di più, non un grammo di meno. Mi raccomando, che la pasta non sia del tipo: farfalle, ruote, pipe rigate, pipe lisce, mezze penne senza appigli o di forma difficile da arpionare con la forchetta.
    Superate felici il reparto pasta secca e svoltate a destra nel reparto pelati (ops!). Scegliete una bella bottiglia di pelati San Marzano (ho detto San Marzano, lasciate stare Star e Cirio!) e adagiatela nel vostro bel carrello.
    Proseguite senza esitazioni verso la cassa rapida (ho detto rapida, non avete contato quanti articoli avete nel carrello?) e pagate la vostra bella spesa.
    ....e via così, caro il mio panda spelato.

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  5. ...ma è perfetto!!! Lo posso usare per il post di domani?????
    Foca da corsa.

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