sabato 11 luglio 2009

La fatica di informare, la sordità di chi non vuol sentire.



In tutti i paesi che noi riteniamo democratici e civili, una situazione come la nostra non sarebbe neanche lontanamente pensabile.
Ogni tanto si sente di qualche politico estero che si dimette per motivi per i quali ci verrebbe da dire:"per così poco"? Ci sembra strano che ci siano posti in cui la moralità rappresenti ancora un valore.
C'è una cosa su tutte che mi fa veramente incazzare: la disparità di modo di evidenziare le notizie. In un paese ormai in balia di un'informazione che definire ridicola è farle un complimento, non mi capacito di una cosa: come mai un giornalista come Travaglio passa per un calunniatore e i suoi "calunniati" passano per perseguitati? Luttazzi è stato querelato dai legali del nostro ben poco onorevole premier, insieme a Travaglio, che in quella puntata citava stralci del suo libro "l'odore dei soldi". Entrambi hanno vinto la causa, ergo non erano diffamazioni ma verità. Io ho letto "l'odore dei soldi", a suo tempo. Se fossero vere anche solo un decimo delle cose raccontate in quel libro, sarebbe già abbastanza per preferire chiunque altro a Berlusconi. (E la magistratura ci dice che sono tutte vere, per i motivi di cui sopra).
Tuttavia non è così: il PDL ha ancora l'appoggio di milioni di persone.
L'ignoranza, insieme all'ideologia radicata in stile "tifo calcistico", è la principale responsabile della paradossale condizione della nostra povera Italia: chi chiede onestà è un farabutto, chi farabutto lo è davvero è un perseguitato.
In uno scenario così perverso, chi parla di "questione morale" sembra quasi un pesce fuor d'acqua: è questa la via da seguire, è questo il problema principale: rendere più onesta possibile la classe dirigente più corrotta del primo mondo.

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