martedì 21 luglio 2009

Il valore delle bugie



La notizia da prima pagina di ieri, nonostante i tg si ostinino meschinamente a parlare di tutt'altro, è senza dubbio la pubblicazione da parte de "l'Espresso" dell'audio delle conversazioni tra il nostro vergognoso premier e la sua stuoia di "escort", tra le quali spicca l'artefice delle registrazioni medesime, Patrizia D'Addario. (Se al posto di escort avessi usato il termine "puttane", qualcuna si sarebbe offesa?)
Ammesso e non concesso che uno possa potarsi a letto chi gli pare, la cosa sconcertante è la vagonata di balle che abbiamo dovuto subire nei giorni passati da parte di Papi, da parte dei suoi complici e da parte del suo avvocato Ghedini, che non si smentisce e continua imperterrito nella sua lotta per negare ogni più solare evidenza. Mi chiedo che parcella debba prendere l'avvocato personale di un soggetto che lo obbliga a fare i salti mortali per difendere quotidianamente l'indifendibile, cercando di non coprirsi di ridicolo, cosa che peraltro non gli riesce tanto bene.
Il problema non sta nel raccontare una balla. Sta nel motivo per il quale si racconta.
Ci sono bugie splendide, auliche, giuste. Benigni ha improntato il suo film più celebre su una grande bugia, per salvare suo figlio da un'orrenda verità. Tutti guardando "La vita è bella" abbiamo approvato la sua stupenda e commovente menzogna.
E poi ci sono bugie vergognose.
Come vergognoso è il premier che milioni di Italiani hanno scelto anche per me, ma che neanche in un milione di vite sentirò come mio rappresentante.

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