
L'hanno fatto. C'è stato un periodo nel quale le parole di Casini e D'Alema su un lodo Alfano costituzionele mi avevano fatto pensare alla solita farsa, mediante la quale avrebbero accettato di salvarne uno pur di non sfasciare la giustizia. Invece l'hanno fatto davvero.
Non che avrei auspicato l'altra ipotesi, assolutamente.
Io stimo il politico che dice no chiaro e tondo a questo schifo, che non si rende complice nemmeno lontanamente di questi sciagurati politicanti.
Ma ad un certo punto ho pensato che il processo breve sarebbe stata solo la minaccia per arrivare alla impunità di sua maestà.
Invece l'hanno fatto.
L'associazione nazionale magistrati ha spiegato chiaramente la gravità di questa riforma.
Ora mi chiedo: com'è possibile che in parlamento, parlo anche del governo, anche dello stesso pdl, ci siano così tante persone che per vantaggi personali sono disposti a una simile sconceria?
Sono francamente svuotato di ogni rispetto per questo governo.
Che vergogna!
Riporto di seguito le dichiarazioni a riguardo dei giuristi Grosso e Ainis (fonte tiscali.it):
Carlo Augusto Grosso: "E' una idea sbagliata" - Se dal punto di vista formale non se ne può parlare, in pratica sarà come una amnistia, perché un enorme numero di processi salteranno: "Di una amnistia ci saranno gli effetti, soprattutto per i processi in corso", con la conseguenza di negare giustizia a tanti cittadini. Ma, facendo un passo indietro, il professor Grosso precisa che “è l’idea stessa del processo breve ad essere sbagliata”, perché anche procedimenti relativi a un medesimo reato possono richiedere tempi diversi. "In un caso può servire l’audizione di testimoni, delle perizie, e nell’altro no". Che senso ha prevedere 3 anni per un processo? Può darsi che in un caso siano sufficienti e in un altro no. "E’ come dire a un paziente in ospedale che deve guarire in 30 giorni. Ma se sopravviene una complicazione, cosa si fa: si manda via il malato?" Casomai servirebbe dotare la giustizia degli strumenti concreti per celebrare velocemente i processi, non chiuderli per legge. Ma c’è anche una ulteriore distorsione. “Applicare queste norme a quelli in corso – fa notare il giurista – significa applicarle a processi che hanno seguito i tempi precedenti. I giudici, sotto le nuove norme, avrebbero agito con tempi più serrati. Si rischia di chiudere tanti procedimenti solo perché sono stati parametrati alle attuali regole. Uno sbaglio concettuale enorme, anche se “sappiamo come ciò derivi dalla smania di salvare il nostro presidente del consiglio”."Ingiusto che certi reati non rientrino" - Ci sono poi dei reati come l’immigrazione clandestina, l’associazione a delinquere, il traffico di materiali inquinanti e così via che non rientrano, mentre altri, compresi quelli erariali, sono dentro e non si capisce perché. La legge quindi in Italia non è uguale per tutti, e il processo breve "innesca un principio di irrazionalità evidente, circa l’eguaglianza di trattamento dei cittadini”. Per Grosso si andrà incontro alla incostituzionalità e "non sarebbe la prima volta, dopo l’esperienza dei lodi Schifani e Alfano".
Il professor Ainis: "Viola l'articolo 3 della Costituzione" - Anche il professor Ainis denuncia le irrazionalità di fondo della norma perché il processo "in Italia ha tempi biblici per ragioni organizzative e di garantismo legislativo. Non ci si fa carico di risolvere queste pastoie e si introduce una ghigliottina per cui o ottieni la sentenza entro un certo tempo o non la otterrai mai”. Il docente considera questo "irragionevole", una amnistia mascherata. Centinaia di processi salteranno e "si avvantaggeranno gli imputati che "si potranno permettere avvocati bravi in grado di tirare i dibattimenti per le lunghe”. Il fatto che restino fuori dei reati che dovrebbero rientrare prima degli altri, introduce poi un altro elemento di incostituzionalità: "Una cosa è calibrare i tempi processuali in base alle pene edittali, altro fare eccezione per l’immigrazione clandestina. Una vera lesione del principio di ragionevolezza ed eguaglianza. Direi che è facile profetizzare l’incostituzionalità di questa legge"."La Corte Costituzionale farà giustizia" - Con queste norme "salteranno anche procedimenti come quello Tyssen, Parmalat, Cirio, e tanti amministratori, sindaci e consiglieri, che hanno commesso reati contabili, resteranno impuniti, nonostante la volontà della Corte dei Conti di chiedere la restituzione del maltolto". Che dire? C’è da considerare che "siamo di fronte a due esigenze costituzionali da salvaguardare: la prima è quella della ragionevole durata dei processi, (art. 111 Cost), l’altra quella di rendere giustizia alle vittime dei reati. Quando due valori così importanti entrano in conflitto bisogna bilanciarli, trovare una giusta misura. Credo proprio, però, che questa non sia la misura giusta e la Corte Costituzionale si incaricherà di fare giustizia”.